• Nella giornata di lunedì i combattimenti a terra sono in parte rallentati, ma non si sono fermati i bombardamenti: in mattinata vari razzi hanno colpito Kharkiv, la seconda città dell'Ucraina, colpendo edifici civili. In serata invece sono ricominciati grossi bombardamenti sulla capitale Kiev. L'esercito russo è però ancora lontano dal centro della città.
• In serata c'è stato anche un fitto lancio di missili russi sulla città di Brovary, a una ventina di chilometri da Kiev. Secondo diversi analisti internazionali, l'obiettivo sarebbero state le attrezzature radar di una base militare ucraina.
• Nella tarda serata di lunedì il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha inviato un messaggio alla nazione in cui ha detto che il bombardamento di Kharkiv è da considerarsi un “crimine di guerra” perché ha colpito zone residenziali dove non era presente nessun edificio militare. Ha anche chiesto che venga imposta una "no fly zone" da parte dei paesi Occidentali sull'Ucraina, un'ipotesi già scartata nelle scorse ore dagli Stati Uniti.
• Lunedì per più di sei ore si sono tenuti i negoziati tra le delegazioni russa e ucraina al confine tra Bielorussia e Ucraina: non c'è notizia di cosa si siano detti i delegati. Si sa però che si sono conclusi con un nulla di fatto, e le due delegazioni torneranno nei rispettivi paesi e si rivedranno nei prossimi giorni.
• Le durissime sanzioni economiche approvate nel fine settimana dall'Unione Europea (e ore dopo da Regno Unito, Stati Uniti e altri paesi) stanno iniziando a colpire pesantemente la Russia: il rublo, la valuta russa, è crollato, e la Borsa di Mosca non è stata aperta per evitare un prevedibile tracollo.
• In Ucraina nel frattempo centinaia di migliaia di persone continuano a scappare: sono 500mila, secondo l'Alto commissariato ONU per i rifugiati.